Accadde 23 anni fa. Una gioia tatuata sulla pelle.
La promozione del TORO in C2, emozione eterna.
Le emozioni del "popolo" granata esondano il Giovanni Paolo II
Nardò 3 maggio 2021
Sembra ieri, ma sono passati ventitre anni. Il ritorno fra i professionisti del Nardò Calcio é una tappa della vita, e non solo calcistica. Racchiude tutto: passione, sacrifici, gioia, pianti, appartenenza e un colore unico che non si abbina mai con gli altri. Il Granata. Non esistono altri colori, altre tinte, altre cromie che da sole identificano una squadra, Azzurro a parte, ma quella é mamma Italia. Questa peculiarità appartiene solo al Granata che, guarda caso, é il colore del cuore e del sangue. Romanticamente, aggiungo, anche della passione, quella che catturò e ammaliò un'intera città sognante. Era il 3 maggio 1998. L'ingresso delle squadre in campo accolte da 5000 bandiere, dagli squilli di trombe, dai cori, dalla frenesia, é qualcosa che non può affievolirsi col tempo; se hai il TORO nel cuore non accade! I gradoni vibranti ai salti della traboccante tifoseria un misto di terrore e incredulità. Poi Febo apre le danze, poi la partita accresce il pathos, poi Monaco, poi Ianuale due volte, poi il fischio finale, poi il Presidentissimo Papadia che salta di gioa come un ragazzino fra lo sguardo laconico di Boccolini. Fu festa, é festa. Una partita che segna un tratto della vita, per me ancor più indimenticabile: a distanza di una settimana nacque il mio primogenito, guarda caso sotto il segno del TORO. Non poteva essere altrimenti!
Fernando Pero.
La cronaca del match
Il dream Team
Fiesta Granata
Febo gol
"Frame" senza tempo!