
Il Vecchio Cuore Granata gioisce: il Nardò saluta il suo pubblico con una vittoria che scalda l'anima.
Perchè Granata é il colore del cuore...
Nardò 27 aprile 2025
Il sole tiepido di questa domenica primaverile bacia il perfetto manto erboso del Giovanni Paolo II, teatro di una gara che ha scaldato l’anima ed ha fatto vibrare le corde del cuore. L’AC Nardò, guidata da un Mister De Sanzo, omaggiato col suo staff prima del fischio d’inizio con una targa che ne celebra l’umanità e la professionalità, ha compiuto una bella impresa sportiva, sconfiggendo con grinta e passione e una prestazione maiuscola la corazzata Virtus Francavilla.
Una sfida dal sapore speciale, con tanti ex che tornavano a calcare il terreno amico da avversari. Ma oggi il Nardò aveva un solo imperativo: vincere. La speranza di agganciare quel treno play-off che sembrava allontanarsi si è fatta motore di un’energia contagiosa, trasmessa dai ragazzi in campo a un pubblico che ha risposto presente, che ha partecipato con calore, che ha spronato col vecchio ed immarcescibile “Rossi, Rossi”, consapevole della posta in palio.
Il primo tempo è stato un’attesa carica di tensione, un duello tattico senza grandi sussulti. Ma nella ripresa, il Toro ha cambiato marcia, Mr De Sanzo ha apportato alcuni correttivi tattici, e i ragazzi han messo il cuore oltre l’ostacolo, raggiungendo un’intensità che ha avuto la meglio sugli avversari. Ogni contrasto vinto, ogni pallone recuperato, ogni corsa generosa è stata un’iniezione di fiducia, un passo in più verso quella vittoria tanto desiderata.
E poi è arrivato il momento che ha fatto esplodere la gioia, il sigillo di un capitano vero, Simone D’Anna, eletto MVP da un popolo che in lui riconosce l’anima guerriera di questa squadra. Il suo gol, una zampata di classe, furbizia e determinazione, ha fatto tremare le tribune, ha liberato un’onda di entusiasmo che ha travolto tutto e tutti, come ai vecchi tempi.
Ma non si può tacere l’eroismo silenzioso di un altro protagonista, il portiere Galli. Chiamato in causa quasi unicamente in occasione del penalty, si è eretto a baluardo insuperabile, neutralizzando la massima punizione e blindando il risultato. Un intervento che vale quanto un gol, un gesto che ha infiammato ulteriormente la passione dei tifosi.
Questa vittoria, l’ultima tra le mura amiche, lascia un sapore agrodolce. C’è la consapevolezza di aver assistito a una stagione di valore, con un gruppo di ragazzi che hanno dimostrato di avere stoffa e talento. Forse, con un pizzico di fortuna in più, si sarebbe potuto ambire a qualcosa di ancora più grande. Ma il calcio è anche questo, un susseguirsi di emozioni, di gioie e di rimpianti.
Ora resta l’ultima battaglia, la trasferta di Fasano. Lì si chiuderà il sipario sul campionato e la classifica finale emetterà il suo verdetto: play-off o rompete le righe. Ma al di là di come andrà a finire, questo Nardò ha già scritto una pagina importante della sua storia, conquistando l’undicesima presenza consecutiva in Serie D, un record superato che affonda le radici nel decennio degli anni ’70.
Ed è proprio a quegli anni gloriosi che dobbiamo guardare, riscoprendo il calore di un pubblico che è il dodicesimo uomo in campo, ravvivando quel senso di appartenenza viscerale, quella magia indissolubile che ci lega ai colori granata. Perché l’amore per questa maglia non conosce categorie, non teme avversari, ma pulsa forte nel cuore di ogni tifoso, pronto a sostenere il Toro fino all’ultimo respiro. Oggi, più che mai, #ForzaNardò!