Ciao Giampiero. Icona delle belle domeniche di calcio e non solo.
Se ne va una colonna del giornalismo sportivo.
Giampiero Galeazzi
Roma 12 novembre 2021
Se ne va un pezzo del giornalismo sportivo, quello vero e appassionante. Quello che raccontava le domeniche del calcio nostalgico, fitto e libero, non prostituito alle televisioni che lo hanno frammentato e disorientato. Quello che riempiva gli spalti di tutte le categorie, dove l'unica "compagna di viaggio" era la cara vecchia radiolina, dalla smisurata antenna, incollata all'orecchio. Poi c'era quel rituale, 90° minuto! Paolo Valenti orchestrava una stuola di inviati che ha segnato un'epoca: Bubba, Vasino, Carino, Viola, Necco, Giannini, Vitanza, Castellotti e tanti altri. Fra questi Giampiero, ancora giovane ma con la voce prorompente e coinvolgente. Quella voce roca che ha impreziosito le teche RAI con la memorabile cronaca dell'oro dei fratelli Abbagnale nel canottaggio, suo primo amore, alle olimpiadi di Seul del 1988. Giampiero era questo; opulento anche in simpatia. Uno che si faceva rispettare da Maradona e da Gianni Agnelli che mai scostavano i suoi educati assalti da cronista. Insomma un uomo, un amico del tubo catodico che ispirava affetto e abbracci. Un "peluche" virtuale sul divano nelle successive "Domeniche In" uggiose. Giampiero esce di scena, in punta di piedi, piegato da una lunga malattia che gli ha generato tante sofferenze. Ci piace ricordarlo così: col suo faccione da uomo buono, con la sua stazza fisica affettuosamente ingombrante, con la sua semplice ma incisiva professionalità. Ciao "Bisteccone", grazie di tutto!