Vince la paura di vincere. A Taranto è 2-1

31.03.2019

TARANTO: Antonino; Guadagno (Dal 32' Salatino), Lanzolla (dal 74' Massimo), Di Bari, Ferrara; Bonavolontà (dal 74' Pelliccia), Manzo (dal 61' Croce); Oggiano, D’Agostino, Vittorio Esposito; Favetta (dal 79' Menna). Panchina: Pellegrino, Carullo, Roberti, Bova. All. Panarelli.

NARDÒ: Mirarco, Scipioni, De Pascalis (dal 91' Giglio), Aquaro, Bolognese, Mingiano (dal 76' Molinari), Kyeremateng (dal 62' Arario), Centonze, Palmisano (dal 62' Mancini), Gigante (dal 49' Monopoli), Prinari. Panchina: Rizzitano, Sene, Infusino, Frisenda. All. Bitetto.

Arbitro: Davide Di Marco di Ciampino. Assistenti: Emanuele Gargano di Palermo e Lorenzo Mazzarà di Messina.

Marcatori: Mingiano (N, 13'), D'Agostino (T, 54'), Favetta (T, 77')

Ammoniti: Gigante, Aquaro, Monopoli (N), Oggiano, Manzo, Di Bari (T)

Espulsi: Oggiano (T), Aquaro (N).

La formazione iniziale oggi a Taranto

Tutte le foto del match a cura di Piero Cardone qui

Risultati e classifica

Taranto 31 marzo 2019.

Il Nardò si accartoccia  su se stesso, buttando alle ortiche la possibiltà di venire fuori dai play-out. Bello, autoritario, orgoglioso, al limite anche impertinente nel primo tempo; rinunciatario, attendista, compassato, al limite anche irritante nel secondo tempo. Una inspiegabile involuzione. Atteggiamento enigmatico per una superiorità numerica non saputa gestire causa una inspiegabile paura di vincere. Eppure la legge dei grandi numeri, per vittorie mai ottenute allo Iacovone, per la serie positiva degli avversari, per una ritrovata fiducia dopo la confortante prova contro il Bitonto, promettevano un match che avrebbe potuto generare epiloghi sottilmente sognati e mai svelati per scaramanzia. Rimane la prova di una squadra che a cinque giornate dalla fine può ancora tirarsi fuori dalle sabbie mobili degli spareggi, non fosse altro per aver dimostrato di saperci fare, di avere una struttura e una caratura che non é inferiore all'avversario (distante per punti più del doppio), ma che ha il limite di non sapersi gestire. Il profumo della gloria é troppo vertiginoso, e la legge dei grandi numeri non può fare altro che consolidarsi, ahinoi a favore dei rossoblù.  Finché l'estro e le gambe di Prinari hanno trascinato il gruppo, finchè la difesa ha avuto carattere e concentrazione, finché la paura di non sciupare la superiorità numerica (si veda la sostituzione di Gigante ammonito) non ha avuto il sopravvento, finché le scorribande  e la pungente pericolosità di Palmisano ha avuto la meglio sui crampi, finchè Mirarco ha avuto la possibilità di dare il meglio di sè, finché il fischietto Di Ciampino ha tenuto il match nei binari dell'equilibrio (nel secondo tempo arbitraggio a senso unico), il Taranto é stato annichilito, interrogandosi a guardare undici irriverenti garzoni che lo schiaffeggiavano (in senso metaforico si intende, perché quelli reali e corpuosi avevavo un'altra matrice, fatta di spintoni, calci e manate, vero Di Bari e Lanzolla?) non permettendoli mai di tirare in porta. Il gol del vantaggio una naturale conseguenza. Poi la doppia ammonizione di Oggiano lasciava intravedere che qualcosa di grandioso poteva generarsi, ma rimaneva solo un'idea dei tanti tifosi neritini, che per scelta ideologica hanno voluto stare lontano dal calcio a sua volta lontano dai concetti di libertà e democrazia. Si arretra il raggio di azione, pensando di poter contare sulle veloci ripartenze, ma é un atteggiamento che pur in superiorità numerica non può funzionare al cospetto di uno stadio e in un contesto non dilettantistico e comunque contro una squadra che, sebbene in dieci, aveva un grosso calibro tecnico-tattico capace di annullare il Gap. Il gol di Favetta (sospetto fallo di mano), la dimostrazione che il Taranto non é robetta. Insomma ci siamo fatti del male, pur salvando l'evidenza di una zona di classifica che nulla ha a che vedere con le nostre potenzialità. Almeno questo deve darci fiducia. Oggi le nostre dirette avversarie ci hanno graziato. Condideriamolo un segnale per poter riprendere la marcia verso i punti concreti e non solo per specchiarci nel bel gioco durato un tempo. Ora sotto col Gragnano. Una sfida da vincere. A tutti i costi!

 

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